Compie venticinque anni l’ambulatorio “Santa Luisa” di via Rezia a Como, prezioso spazio di cura per persone senza fissa dimora.

Per festeggiare questo traguardo e per sostenerne l’attività l’Asci Don Guanella ha organizzato per venerdì 16 giugno, alle ore 20, una cena solidale presso la Sala Arcobaleno dell’Opera Don Guanella, in via Tommaso Grossi. Il contributo richiesto è di 20 euro per gli adulti e offerta libera per i bambini fino ai 10 anni.

Gestito dal 2006 dall’ASCI Don Guanella – in collaborazione con la Caritas diocesana, la parrocchia di San Bartolomeo e le Suore Vincenziane – e incorporato nel Coordinamento degli enti e dei servizi per la grave emarginazione “Santa Luisa” non è un ambulatorio come gli altri, ma si qualifica sulla base di tre prerogative che lo rendono qualcosa di unico e in un certo senso di irripetibile:

a) è confezionato su misura per le esigenze dei senza dimora;

b) eroga prestazioni professionalmente ineccepibili seppure gratuite;

c) è concepito per rispondere alle richieste di coloro che sono esclusi dal servizio sanitario nazionale, come gli stranieri privi dell’indispensabile copertura e gli italiani non residenti, che è come dire gli autentici ultimi tra gli ultimi.

«Abbiamo circa quattrocento utenti che si rivolgono periodicamente all’ambulatorio – spiega al Settimanale l’operatore dell’ASCI Don Guanella Giacomo Manfredi – e come sempre interveniamo con la medicina di base nel caso di disturbi di lieve entità, oppure indirizziamo i pazienti alle visite specialistiche in presenza di patologie o disfunzioni più gravi, avvalendoci in questo caso del ricettario rosso convenzionato con l’Asl da inviare ai medici specialisti per lo screening richiesto. Il servizio riesce in questo modo a garantire terapie adeguate a tutte quelle persone che altrimenti non disporrebbero di alcuna possibilità di tutela della salute. La nostra forza è quella di operare in rete con altre realtà del territorio per ottenere quel lavoro di squadra senza il quale ogni obiettivo risulterebbe irraggiungibile. Ed è per questo che il nostro ringraziamento va esteso veramente a tutti: ai nostri 25 medici volontari come alle suore, alla Caritas, a Porta Aperta, al Banco Farmaceutico e a tutti gli enti e le associazioni che ci consentono di proseguire un cammino iniziato nell’ormai lontano 1992, quando  l’ambulatorio venne aperto per l’interessamento della parrocchia di San Bartolomeo».

Un servizio prezioso che risponde ad un bisogno di cura sempre più pressante da parte di una fetta di popolazione. Basti pensare che solo nel 2016 sono state ben 900 le visite mediche effettuate grazie alla disponibilità dei medici volontari che prestano servizio presso l’ambulatorio.