Circa 700 mila euro. A tanto ammonta il contributo versato dal Ministero dell’Interno ai comuni della provincia di Como all’interno di quello che è stato ribattezzato “Bonus accoglienza”.

Una sorta di premio ed incentivo – voluto dall’allora governo Renzi – per i comuni che ospitano sul proprio territorio Centri di accoglienza per richiedenti asilo.

Lo stanziamento risale al 22 ottobre 2016 (decreto legge n. 193) quando il governo decise, in accordo con l’Anci (Associazione nazionale comuni italiani), di stanziare 100 milioni di euro per l’anno 2016 quale misura urgente a favore dei Comuni sul cui territorio insistevano Centri di accoglienza, indipendentemente se fossero centri della rete Sprar (ovvero di responsabilità comunale) oppure Cas (Centri di accoglienza straordinaria) gestiti direttamente dalle Prefettura.

Il fondo iscritto nella missione “Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti” è stato poi oggetto di un decreto attuativo del gennaio scorso, ma la disponibilità delle somme versate – pari a 500 euro per ogni persona accolta – è arrivata nei bilanci delle amministrazioni locali nel giugno scorso.

Le cifre versate ai singoli comuni sono calcolate in base al numero di richiedenti asilo ospitati sul territorio al 24 ottobre 2016 secondo i dati forniti quotidianamente dalla Prefettura al ministero dell’Interno.

A guidare la classifica dei Comuni della provincia è ovviamente Como che, a quella data, ospitava sul territorio comunale 743 persone, oltre la metà, dei 1399 migranti presenti allora sul territorio provinciale, per un totale di 371.500 euro ricevuti (nell’assegnazione del contributo al Comune di Como non sono stati conteggiati i migranti accolti nel campo di via Regina Teodolinda).

A seguire troviamo il comune di Cantù con 64 richiedenti asilo ospitati in città e un contributo di 32 mila euro e, al terzo posto, Olgiate Comasco (24500 euro), Lomazzo (23500), Tremezzina (22500), Villaguardia (20500), Rodero (15500), Maslianico (14500).

Seppur iscritti nel programma “flussi migratori, interventi per lo sviluppo della coesione sociale, garanzia dei diritti, rapporti con le confessioni religiose” (questa la dicitura completa) i fondi versati non hanno vincoli di spesa e possono essere utilizzati anche per interventi che non riguardano i richiedenti asilo stessi. Ed è quello che hanno scelto di fare molti comuni, tra cui Como.

“Questi 371 mila euro – spiega a Il Settimanale Alessandra Locatelli, assessore ai servizio sociali del comune capoluogo – sono finiti nel bilancio dei servizi sociali dove quello che il Comune spende per i migranti è ben superiore a quanto riceviamo dalla stato”.

Sul Settimanale in uscita oggi – disponibile anche nella versione digitale – l’elenco completo dei Comuni della Provincia e i soldi incassati insieme alle considerazioni del vice-sindaco di Como e assessore ai servizi sociali, Alessandra Locatelli, e della sindaca di Lomazzo, Valeria Benzoni.