E’ tutto pronto al Centro pastorale card. Ferrari di Como per l’inaugurazione della mostra “Minerali Clandestini” che avverrà questa sera alle 20. A seguire un aperitivo equosolidale e una serata testimonianza con Donata Frigerio. 

La mostra  punta a far riflettere sulla provenienza dei minerali contenuti nei nostri apparecchi tecnologici: tablet, smartphone e pc. Si tratta in molti casi di coltan, tungsteno, oro e stagno, il cui sfruttamento è spesso legato a situazione di instabilità e conflitto.

A promuovere l’esposizione a Como sono: AIFO Como, ASCI Don Guanella onlus, Caritas Diocesana di Como, Centro Missionario Guanelliano, Centro Missionario Diocesano, Coordinamento Comasco per la Pace, Fondazione card. Ferrari, Medici con l’Africa Como onlus, Cooperativa Garabombo. Media partner: “Il Settimanale della diocesi di Como”.

QUANDO e DOVE?

 La mostra sarà visitabile nei giorni feriali presso il Centro pastorale cardinal Ferrari dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e dalle ore 14.00 alle ore 18.30. 

Sabato 21 e domenica 22 ottobre l’esposizione – formata da una serie di pannelli calpestabili – si sposterà in piazza Grimoldi nel cuore della città.

PERCHÈ LA MOSTRA

Sempre più spesso quando comperiamo prodotti alimentari andiamo a controllarne la filiera di produzione, per conoscere la provenienza delle materie prime e i processi di lavorazione.

Cosa sappiamo, invece, dei minerali utilizzati per la costruzione dei nostri apparecchi tecnologici: smartphone, tablet, computer o televisori? Sappiamo realmente cosa si nasconde in quei prodotti?

“Nei nostri smartphone, nei computer, persino nelle batterie delle nostre auto elettriche – spiega Donata Frigerio – sono presenti minerali insanguinati, di provenienza soprattutto africana, frutto di sfruttamento di manodopera, uomini, donne e bambini, sottopagati se non schiavizzati. I minerali sono estratti e esportati illegalmente da gruppi armati che li rivendono in cambio di armi,utili a mantenere il clima di terrore sul territorio minerario che occupano senza diritto. L’estrazione dei minerali avviene in condizioni di assoluta mancanza di sicurezza e spesso di disastro ambientale e grave rischio per la salute pubblica. La rivendita è clandestina. Dopo un passaggio di trasformazione del minerale in componenti metallici, specialmente nel sud-est asiatico, i prodotti semilavorati arrivano, questa volta legalmente, perché ripuliti, in Europa e America del Nord”.

“Per cercare di porre un freno a questo tipo di sfruttamento – prosegue Frigerio – l’Unione europea si è dotata recentemente di una legislazione per regolamentare l’importazione di oro, stagno, tantalio (coltan) e tungsteno estratti in zone di conflitto. Ma serve anche una presa di coscienza da parte dei cittadini stessi per sostenere il processo di legalizzazione in questa filiera produttiva. Come cittadini europei possiamo fare molto ancora a livello legislativo ma anche a livello personale, nelle nostre scelte di vita. Non si tratta di non utilizzare uno strumento ormai patrimonio di tutti ma di esigere il rispetto dei diritti umani e dei diritti dei lavoratori ad ogni latitudine, per essere rispettati anche come consumatori”.

IL COINVOLGIMENTO DELLE SCUOLE

Sono circa 40 le classi scolastiche – per lo più di secondo grado – che si sono prenotate per una visita guidata alla mostra per un totale di quasi mille studenti che visiteranno l’esposizione nei giorni di apertura.