Si intitola “Abraham Run”. “Corri Abramo”. Queste le parole che accompagnano il cd che, dal 1 gennaio, Giornata Mondiale della Pace (dedicata al tema “Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace”), è in distribuzione gratuita (eventuali offerte andranno a sostegno di attività solidali) presso la Comunità Pastorale Beato Scalabrini di Como (parrocchie di San Bartolomeo e di San Rocco) e non si esclude la possibilità di individuare anche altri contesti all’interno del vicariato o delle associazioni di volontariato. Un’iniziativa nata dall’incontro del vivace gruppo giovani con l’esperienza di accoglienza di una dozzina di migranti, ospitati presso le strutture parrocchiali in collaborazione con la cooperativa Caritas “Symplokè”.
«Abraham – ci spiega il vicario don Michele Pitino – è un ragazzo poco più che maggiorenne, scappato dalla Nigeria e arrivato in Italia dopo aver vissuto l’inferno della Libia e la traversata del Mediterraneo». Un percorso comune, una storia che tanti raccontano condividendo il loro vissuto. Oggi Abraham, che ha ottenuto documenti regolari e il riconoscimento del proprio status di richiedente asilo, ha raggiunto il Nord Europa, dove lo attendevano alcuni conoscenti. «La sua speranza è quella di un lavoro – continua don Michele –: mi auguro che non abbia troppe delusioni». Ma perché Abraham e perché questo cd? «La storia di Abraham è diventata una canzone: il testo e la musica sono suoi, li ha sempre avuti nella testa… Noi lo abbiamo sostenuto nella realizzazione del suo sogno: incidere questa canzone. Un aiuto a lui, un aiuto a tutti noi, per capire qualcosa di più del complesso fenomeno migratorio».
Il cd conta nove tracce: oltre alla canzone di Abraham, arrangiata da Desiree Barnia, ci sono una riflessione di una delle giovani che ha seguito il progetto (Giulia), sei testimonianze di migranti accolti in parrocchia (che raccontano la loro storia), una riflessione conclusiva di don Michele. C’è Prince Daniel, 18 anni, anche lui nigeriano, che parla «di un viaggio, difficile e pericoloso. Ero solo un bambino (frase che dà il titolo al suo intervento) ma ho visto i morti, ho patito la fame e la sete». Per lui otto mesi di prigionia in Libia, venduto, in attesa di un riscatto: «si mangiava solo una volta al giorno, pane e acqua salata». Poi la traversata: «dodici ore in barca. Ho pregato tanto Dio, che ci ha salvato». E poi ancora Samuel, che dice di «non poter dimenticare», e Ibrahim, dalla Guinea, appena diciottenne, che, di fede islamica, parla della sua vicenda come di un «Calvario». Sono tutte storie molto toccanti: «tutti siamo stranieri – è la riflessione di don Michele – saper essere ospitali ci rende sempre fecondi. È una promessa di futuro e di vita. Di questi giovani – conclude – mi colpisce la loro capacità di credere e di affidarsi a Dio».
«La vita è un viaggio ed è questo che noi abbiamo attraversato, solo per cercare una vita migliore… Lasciatemi raccontare quello che ho visto… è difficile vivere dove non piove mai… Prega Dio di non farci più rischiare le nostre vite… Fai ciò che ami e non pensarci due volte… perché tutto quello che noi facciamo è correre». Sono alcuni passaggi della canzone di Abraham, che sarà anche un video. Sul canale YouTube della comunità Beato Scalabrini ci sono sia il video integrale, sia un video più corto. La foto copertina del cd è stata donata da Giulio Piscitelli.