«Ricordatevi che siete a “servizio” delle persone in generale e della persona in particolare. Crescete nella capacità di ascolto, per capire come stanno veramente le cose che raccontate, perché il vostro è un “servizio” alla verità e non una ricerca della sensazione o del sensazionalismo. Ispirate le vostre azioni alla correttezza deontologica, per contribuire a creare un clima favorevole alla convivenza, a “servizio” di un’umanità che ha diritto e bisogno di pacificazione».

Sono questi i tre appelli rivolti dal Vescovo della diocesi di Como, monsignor Oscar Cantoni, la mattina di mercoledì 24 gennaio ai numerosi operatori dell’informazione intervenuti alla Messa, presso la Cappella della Santissima Trinità del Centro pastorale Cardinal Ferrari, in occasione della ricorrenza liturgica di san Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

«Pensando a voi – ha esordito monsignor Cantoni – mi sono chiesto cosa vi avrebbe detto oggi san Francesco di Sales», da qui le tre sollecitazioni per vivere bene la professione giornalistica «che più che un mestiere – ha sottolineato il Vescovo – è un vero e proprio ministero».

Da monsignor Cantoni l’invito, anche, a saper usare le parole seguendo l’esempio del patrono, che «aveva senso pratico e senso dell’umorismo: entrambi doti che denotano maturità di animo e di pensiero». Le parole, dunque, fondamentali quando si riferiscono alle persone «che mai devono essere annullate nella loro dignità», così come nell’esposizione di idee differenti: «l’altro non sia mai un nemico, anche se “avversario”. Una regola d’oro, per la società e per la Chiesa, è l’accogliersi nel rispetto della pluralità delle posizioni». E ancora: «non fermarsi alla superficie e al racconto di ciò che la “maggioranza” vorrebbe sentirsi dire, ma andare a fondo, ricercare la verità, sempre orientati al rispetto della dignità della persona». Anche perché «gli scritti e le immagini hanno conseguenze importanti: avete la responsabilità di contribuire a creare una mentalità fra la gente». Quindi interrogarsi sempre se quanto si afferma «è opinione o verità?».

Infine un passaggio sulle modalità contemporanee dell’informazione e della comunicazione: in rete, sul web, sui social. «Dite e scrivete solo ciò che avreste il coraggio di dire o di scrivere di persona, a chi avete di fronte». E un ultimo appello al discernimento: «condividete testi e foto solo dopo averli letti, compresi, verificati». Quello del giornalista, dunque, è un “ministero” da vivere anche «con il dono della tenerezza».