“Potere dei media e debolezza della democrazia”. Questo il tema affrontato da Luciano Fontana, direttore del “Corriere della Sera”, in occasione del secondo incontro del ciclo “Pensieri al Centro”, promosso da Fondazione Cardinal Ferrari di Como e Ufficio diocesano comunicazioni sociali e cultura, con il nostro “Settimanale” come media partner. Affollata, mercoledì 25 gennaio, la sala Cardinal Ferrari, per un intervento che, alla relazione-frontale, ha privilegiato il dialogo con l’uditorio.
Quattro domande – formulate da giovani, in rappresentanza di Scout-Agesci, Azione cattolica, Gruppo Impegno Politico, e dal presidente di Acli Como Emanuele Cantaluppi – hanno orientato la discussione su alcuni grandi temi: la comprensione del mondo dell’informazione, le modalità dell’informazione, le “fake news” o bufale. Al tavolo, a coordinare la serata, Paolo Bustaffa.
«Oggi l’informazione passa attraverso una serie differenze di strumenti, supporti e piattaforme – ha sottolineato Fontana -, dalla carta all’ipertecnologia, utilizzando siti istituzionali ma, sempre più, blog e social». Attenzione, però, «all’autorevolezza e alle competenze». Se l’uguaglianza assoluta quando si parla di diritti e doveri è un principio ineccepibile, quando si affrontano temi che richiedono conoscenze, approfondimenti e capacità di verifica «l’uno vale uno può essere pericoloso, perché scienza, opinione e “sentito dire” non hanno certo uguale valore».
E ancora: «informarti vuol dire soprattutto “stupirsi”, valutare aspetti che non si conoscevano, punti di vista che non si erano presi in considerazione prima». Da qui l’importanza di «non chiudersi in contesti e comunità di “omogenei”, come invece ci spingono a fare le piattaforme social attraverso algoritmi su gusti e abitudini, perché il processo democratico è fatto dal confronto fra differenze».
Un confronto che il web rischia di alterare, dando spazio, voce e amplificazione a chi esprime insulti, odio, razzismo in tutte le sue sfumature, con le regole di civiltà e buona educazione completamente annullate. Una rete che altera anche «i processi democratici, modificando le modalità di selezione della classe politica dirigente. Sono convinto – ha confidato Fontana – che molti leader politici populisti abbiano vinto perché siamo in un contesto storico che ne ha favorito l’ascesa. Ma le bufale costruite ad arte con finalità politiche ed economiche esistono e vanno frenare».
Pericolosa per la democrazia, ancora secondo Fontana, anche la scomparsa dei corpi intermedi.
«I partiti da “liquidi” sono andati “in liquidazione”, sono in crisi sindacati e associazioni… soggetti che, pur nei loro limiti, hanno avuto il pregio di far incontrare le persone, favorire la formazione e il dibattito, quindi sì al loro ripensamento, no al qualunquismo diffuso, che brucia le leadership forti (che nel partito trovano un bilanciamento) e favorisce la politica dell’immediato, con la ricerca del consenso subito, istantaneo, attraverso un “post” o un “tweet”».
Umiltà, responsabilità educativa, prossimità ai lettori: questa la proposta di Fontana per un giornalismo che sappia stanare le bufale, che, attraverso un’informazione corretta, renda i cittadini consapevoli del proprio ruolo nella società.
Il direttore di “Corsera” ha parlato con soddisfazione del settimanale “Buone Notizie”, «un progetto nel quale l’editore credeva poco, ma che è un segnale in controtendenza, perché racconta storie, persone, esperienze che fanno bello il nostro Paese». Correttamente informati e consapevoli, dunque, il compito di superare la logica dell’anti-casta, del populismo di governo, del movimento politico che esprime il dissenso ma poi non lo concretizza o non vi trova risposte. Il gradimento di uomini politici lontani da atteggiamenti roboanti o di rottura, ci dice che «gli elettori chiedono di essere rappresentati da chi sa di avere una responsabilità nei loro confronti». Ai buoni giornalisti il compito di essere parte di questo processo: «con discernimento, a servizio della democrazia».