Tappa comasca per il neoministro dell’Interno Matteo Salvini. In Prefettura nel primo pomeriggio di venerdì 8 giugno ha incontrato il Prefetto, i parlamentari comaschi Erika Rivola, Nicola Molteni, Alessandra Locatelli e Claudio Borghi Aquilini e i due autisti di autobus aggrediti alcune sere fa da un gruppo di stranieri che volevano utilizzare il mezzo senza pagare il biglietto.

«Sono al Ministero neanche da una settimana, ma è come se fosse passato un anno – la dichiarazione d’esordio di Salvini nel successivo incontro con la stampa -. Stiamo lavorando giorno e notte, stiamo studiando, incontrando, ascoltando. Intendo ed intenderò il mio ruolo di ministro come assoluto tutore della sicurezza per 60 milioni di cittadini italiani. Un ministro che starà il tempo necessario in ufficio, al ministero, nelle prefetture, ma altrettanto tempo lo passerà in mezzo alla gente, ai suoi uomini, nelle piazze, perché se non si ascolta non si capisce. Ben volentieri ho anticipato il mio rientro da Roma, per venire a testimoniare ai lavoratori e ai cittadini di Como che lo Stato c’è, a ringraziarli per il loro lavoro, a ringraziare gli uomini delle forze dell’ordine che hanno assicurato subito questi quattro delinquenti alle patrie galere». Il riferimento è agli stranieri arrestati per l’aggressione ai due autisti.

«Oggi – ha continuato Salvini – l’iter per l’ottenimento dell’asilo politico arriva a durare anche fino a tre anni, dal momento dell’arrivo in Italia, alla presentazione della domanda, ai ricorsi e controricorsi. Lavoreremo sulla riduzione dei tempi e dei costi, visto che l’Italia è il Paese più generoso d’Europa in termini di garanzie economiche ai richiedenti asilo. E occorrerà anche essere non più severi, ma più giusti nel riconoscere tutti i diritti a chi ha diritto, ma anche nel sospendere le pratiche di coloro che diritto non ne hanno».

Sempre in tema di migranti tra le intenzioni espresse da Salvini nel suo programma di ministro c’è anche l’apertura di almeno un centro per i rimpatri per ogni regione. «Si tratterà di centri chiusi, controllati, fondamentali per espellere le persone». Invitato ad esprimersi rispetto alla possibile collocazione dell’eventuale centro lombardo destinato a questo fine Salvini ha risposto serafico: «A Milano funzionava, era vicino all’aeroporto…»

Sollecitato dal Settimanale ad esprimere un’opinione rispetto al campo migranti di via Regina Salvini si è limitato a delle dichiarazioni di circostanza: «Abbiamo dei dossier aperti su Como a cui sono particolarmente legato e abbiamo ben chiare le priorità. Ci sono alcuni fenomeni sconosciuti fino a qualche tempo fa che stiamo analizzando, c’è un Paese vicino rigoroso nel far rispettare le sue regole, penso alla vicina Svizzera. Speriamo, nei prossimi mesi, di poter potenziare gli organici delle forze dell’ordine della provincia di Como».

Alla richiesta se nella squadra di governo ci sarà spazio per un comasco, la risposta Salvini è stata affermativa senza tentennamenti. Il riferimento immediato è al parlamentare canturino Nicola Molteni, rispetto al quale Salvini si è così sbilanciato: «Non posso anticipare la squadra dei sottosegretari, ma mi piacerebbe fosse un sottosegretario agli Interni».

Nicola Molteni e Matteo Salvini