Abbiamo chiesto ad un ospite del Centro diurno Caritas di via Giovio a Como di raccontarci il suo Natale. Lui e molti altri senza dimora della città parteciperanno il 25 dicembre, insieme al vescovo Oscar, al pranzo di Natale organizzato dalla Caritas al “Don Guanella”.
E anche quest’anno ci siamo, il Natale bussa alle porte, la città s’illumina e si mette il vestito da festa, in città murata, giochi di luci compongono disegni natalizi sulle case e monumenti, per chi vuole volteggiare sul ghiaccio, può farlo grazie alla pista in piazza Cavour e tutt’intorno come in un gran presepe, tante casette in legno fanno capolino, con cibi tradizionali e prodotti artigianali, tutti pronti a soddisfare gli avventori, che brulicano come formiche paralizzando la città, tutto questo in nome e per conto dell’unico vero santo conosciuto e riverito… il business e non certo Santa Claus.
Tutti in questo periodo sono accecati dalla voglia di fare regali e pronti a prodigarsi nell’organizzare i vari pranzi natalizi, per far questo ogni giorno, ma soprattutto nei fine settimana si gettano a capofitto nei vari negozi, creando dei veri e propri serpentoni umani, lungo le strade della nostra bella città, che in questi giorni diventa caotica e invivibile.
Questo è quello che ogni persona, diciamo così “regolare”, vede e fa in questo preciso periodo dell’anno, e senza ipocrisia, è quello che anch’io, fino a qualche anno fa, facevo meccanicamente ogni anno allo scoccare delle feste natalizie segnate sul calendario, tutto questo prima di perdere il lavoro e quindi cambiare radicalmente la mia vita.
Ora invece, esiste un’angolatura diversa da cui vedere il natale, quella degli, chiamiamoli così, “irregolari”, tutte quelle persone che per un motivo o per l’altro lungo il percorso della loro vita, sono cadute, e ora faticano a rialzarsi da sole e vivono questo periodo dell’anno in maniera ancor peggiore rispetto al solito e sempre più ai margini.
Già, sembra impossibile, eppure è così, perché oltre a dover, per ovvi motivi economici, continuare a privarci di qualunque cosa, questo per noi vuol dire anche l’impossibilità quindi di poter fare i regali alle persone a cui vogliamo più bene, come figli, compagne o compagni, mogli o mariti, sentendoci sempre più sviliti, inutili, frustrati e soli, senza una casa dove poterci raccogliere a festeggiare come gli altri comuni mortali, insomma invisibili a tutti e a tutto, invisibili che vagano in giro senza una meta precisa, ma solo guardando gli altri che spendono e si divertono, come è anche giusto che sia, dato il periodo.
In più, oltre il danno la beffa si potrebbe dire, perché oltre a non poterci permettere nulla, almeno durante il resto dell’anno ci possiamo ritrovare in luoghi prestabiliti come i centri diurni o in alcuni luoghi specifici della città, cosa questa impossibile invece in questo periodo dell’anno, perché ovviamente chiusi o occupati dalle attività commerciali e quindi non utilizzabili, oltre al fatto che in un periodo di feste e divertimenti per tutti, vedere persone come noi in giro a vagabondare per le vie, non è ritenuto certo “decoroso”, anche per la presenza dei vari turisti, e quindi bisogna allontanarci da questi luoghi, per far sì che nessuno debba vederci e magari in alcuni casi avere la possibilità così di poter riflettere….
Ma rientriamo nei ranghi e dato il periodo, voglio concludere questa mia piccola esternazione con degli auguri, questi non costano e quindi tutti se li possono permettere, auguro a tutte le persone tanta salute, perché senza questa, non si va lontano, e soprattutto che tutti trovino sotto l’albero anche un pochino di sana misericordia per il prossimo, valore questo ormai quasi del tutto estinto e che ci porta alle condizioni di grande egoismo e menefreghismo dei giorni nostri, io me ne sono reso conto solo provando questa condizione di svantaggiato sulla mia pelle, mi auguro che altri ci possano arrivare solo aprendo le proprie menti e soprattutto i loro cuori, anche se, passatemi questa citazione, “capire è un lusso, e non tutti se lo possono permettere”.
Per fortuna, almeno per il giorno di Natale, anche noi potremo festeggiare stando tutti insieme, questo grazie al pranzo organizzato dalla Caritas che si terrà al Don Guanella, dove almeno per una mezza giornata torneremo tutti ad essere persone quasi normali.
Buon Natale e buone feste a tutti, regolari e irregolari di tutto il mondo.
Carlo
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