In questi giorni – dal 4 al 9 agosto – la sottosezione lombarda dell’Unitalsi è in pellegrinaggio a Lourdes, guidata dai vescovi di Mantova e Crema. Molti dei partecipanti, in totale 700 persone da tutta la Lombardia (è il secondo pellegrinaggio per numero di presenti in questo 2019 per l’Unitalsi lombarda), provengono dalle sottosezioni di Como e di Sondrio. Una novantina i malati e oltre 300 i volontari Unitalsi.

Quasi 200 sono i giovani e un gruppo significativo arriva dal Vicariato di Lenno e Menaggio: per loro l’esperienza a Lourdes è stata proposta come campo giovani vicariale (grazie per le foto della nostra gallery @LorenzoMorganti e @CinziaPedroni). Nel corso del pellegrinaggio vengono dedicati ai giovani presenti particolari momenti di formazione e riflessione sul tema dell’anno, «Beati i poveri». «Ci rende orgogliosi sapere che questi 200 ragazzi abbiano scelto di venire una settimana a Lourdes per servire anziani e malati – osserva il presidente di Unitalsi Lombardia, il comasco Vittore De Carli -. In questi giorni li vedo ritrovarsi la sera a condividere pensieri ed esperienze della giornata, mentre gli smartphones restano spenti…».

Tra i partecipanti al pellegrinaggio anche il novello sacerdote don Andrea Giorgetta (ordinato presbitero lo scorso mese di giugno). Giovedì pomeriggio, alle ore 18.00, sarà don Giorgetta a guidare la preghiera di una decina del Rosario davanti alla Grotta di Massabielle (la recita del Rosario è trasmessa tutti i giorni, alle 18.00, su TV2000). Una presenza significativa quella di don Andrea, il quale, dieci anni fa, ha scoperto di essere affetto da fibrosi cistica. «Non è una malattia che ti dà molta tregua – ci aveva confidato nell’intervista alla vigilia dell’ordinazione (qui il testo completo) -, devo fare controlli periodici, ogni tanto ci sono i ricoveri… e la paura di non portare a termine i progetti in parrocchia c’è sempre. Ogni tanto dico che mi sto abituando a questa cosa, ma non è sempre così. Finora però sono riuscito a conviverci e la fibrosi non ha fermato il mio sogno. Spero di essere d’aiuto a chi convive con difficoltà di ogni genere a non mollare e a dare tutto quello che si è in grado di dare in base alla situazione che si vive. Come dice un detto: “Fai quel che puoi con quello che hai, nel posto in cui sei”».

In occasione di questo pellegrinaggio a Lourdes, per la prima volta, si è sperimentato l’utilizzo di un pulmino attrezzato per persone con Sla (Sclerosi laterale amiotrofica) e Sma (Atrofia muscolare spinale). Spiega ancora il presidente di Unitalsi Lombardia Vittore De Carli: «è una grandissima soddisfazione aver potuto mettere a disposizione questo mezzo». Un ringraziamento grandissimo va a una nota catena lariana di supermercati e ipermercati «e ai suoi clienti che hanno donato i punti spesa – aggiunge Vittore -. Grazie a questa donazione abbiamo potuto allestire il mezzo di trasporto. Solo gli interni e le dotazioni tecniche hanno un valore di diverse migliaia di euro».

«È un mezzo di trasporto per disabili, all’esterno è un normalissimo pulmino, ma al suo interno è stato modificato per permettere anche il trasporto delle persone allettate», spiega Alfredo Settimo, membro del consiglio regionale dell’Unitalsi Lombarda e responsabile dei mezzi. «C’è ovviamente la pedana di sollevamento. Ma la particolarità è che al suo interno è dotata di un impianto di ossigeno e per questo viaggio abbiamo anche attrezzato il mezzo di una barella allargata con materasso antidecubito». Tra le dotazioni di questo pulmino speciale, anche la possibilità di avere corrente a 220 volt per mettere in carica tutti i macchinari necessari per la gestione di un malato che ha bisogno di una serie di macchinari per il suo confort. «Un malato di Sla, ma anche di Sma, ha bisogno del suo spazio vitale e a livello esteriore non traspare nulla. Questo pullmino risponde a una necessità che ci hanno comunicato diverse persone: poter viaggiare nel modo più normale possibile, alcuni giovani ci hanno detto che sono stanchi di doversi muovere in ambulanza», conclude Settimo. In questi giorni, a utilizzare il mezzo è una donna di Mantova, da 12 anni affetta da Sla. La accompagnano il marito e le due signore che quotidianamente si alternano nell’accudirla.