«Non c’è un dolore più grande per dei genitori che la morte di una propria figlia: un motivo in più per affidarla al Dio della vita e della gioia». Questo un passaggio del testo di condoglianze che il Vescovo della diocesi di Como, monsignor Oscar Cantoni, ha inviato a Sondrio per il rito esequiale di Mistura Alimi, la bimba di cinque mesi deceduta lo scorso sabato 14 dicembre presso l’Ospedale del capoluogo valtellinese. Un caso di morte in culla che, in questi giorni, è stato accompagnato da grandi polemiche, con risonanza a livello nazionale, per le critiche che la mamma della piccola – Helly, 22 anni, di origine nigeriana – ha ricevuto per le sue grida strazianti di disperazione, una volta appreso dal personale medico che la sua bambina era morta.
«Oggi – si legge in una nota diffusa dall’Ufficio stampa della diocesi – l’intera comunità di Sondrio si ferma in preghiera per accompagnare la piccola Mistura Alimi, che rinasce nella pienezza della vita nuova in Dio, e per sostenere i suoi genitori, Helly e Abdul Rasaki». Accogliendo la volontà della famiglia, i funerali di Mistura, la mattina del 20 dicembre presso la chiesa di San Rocco, si sono svolti chiedendo a giornalisti, videocamere o fotografi di restare all’esterno. «Rispettiamo il dolore di questa giovane famiglia – si legge –, attendendo consolazione dall’annuncio di pace che ci viene dall’ormai prossimo Natale del Signore».
La piccola Mistura non aveva ancora ricevuto il sacramento del Battesimo. Anche per questo motivo è stata celebrata una Liturgia della Parola. A presiedere il rito, insieme ad altri sacerdoti concelebranti, è stato don Giacinto Panfilo, direttore dell’Istituto salesiano di Sondrio.
Commentando le letture, don Panfilo ha richiesto di accettare «con umiltà, fede e fiducia quanto ci dice oggi attraverso il soffio di vita di Mistura: venite a me voi tutti che siete oppressi, affaticati e stanchi ed io vi darò ristoro e consolazione. Prendete il mio giogo sopra di voi ed imparate da me che sono mite ed umile di cuore e troverete la pace per la vostra vita. Cari fratelli e sorelle – ha concluso don Giacinto -, anche noi facciamoci discepoli sinceri di Gesù Maestro e collaboriamo con Lui a gettare semi di amore, bontà e pace. Preghiamo perché accolga Mistura tra i suoi angeli che ci annunciano e donano la gioia del Natale».
Una liturgia composta e commossa, con la quale tutta la città ha voluto abbracciare la famiglia di Mistura. Qui di seguito il testo integrale di condoglianze giunto dal Vescovo Oscar.
Carissimi mamma Helly e papà Abdul Rasaki:
la morte della vostra piccola Mistura mi riempie di profonda tristezza, come tanti vostri amici e concittadini sondriesi, che in questo momento, anch’essi addolorati, vi sono vicini con tanta delicatezza. Non c’è un dolore più grande per dei genitori che la morte di una propria figlia: un motivo in più per affidarla al Dio della vita e della gioia.
Mi hanno anche rattristato e sconcertato i racconti delle reazioni, profondamente disumane, che sono seguite all’udire le grida strazianti della mamma, espressione di sommo dolore, per la morte di Mistura. Questa notizia si è sparsa in tutta la Nazione e ha suscitato ovunque sdegno e sgomento. Posso assicurare che l’animo dei sondriesi, ma anche degli abitanti della Valtellina (come di tutti i nostri diocesani), si discosta radicalmente da quanto è avvenuto, perché il cuore di tutti palpita di rammarico e soprattutto è colmo di tanta tenerezza nei vostri confronti e della vostra amatissima Mistura.
Come pastore di questa santa Chiesa, invito tutti a pregare il Signore Gesù, che viene ancora una volta, nel suo Natale, a sanare il cuore dell’uomo e a ricolmarlo della sua bontà. Il tanto bene, radicato in ciascuno di noi, frutto di una mai rinnegata civiltà cristiana, non può essere soffocato dalla durezza di cuore, ma sempre prevale la bellezza trasfigurata dall’amore di Colui che ci ha amati per primo e ha dato la vita per noi.
Quanto mai opportuna è la preghiera di san Francesco, che vi invito a rileggere e a fare vostra:
Oh, Signore, fa’ di me uno strumento della tua pace. Dove è odio, che io porti amore. Dove è offesa, io porti il perdono; dove è discordia, che io porti la fede. Dov’è l’errore, che io porti la Verità. Dove è la disperazione, che io porti la speranza. Dove è tristezza, che io porti la gioia. Dove sono le tenebre, che io porti la luce. Oh, Maestro, fa’ che io non cerchi tanto di essere compreso, quanto di comprendere, di essere amato, quanto di amare. Perché è dando che si riceve, perdonando che si è perdonati, morendo che si risuscita a Vita eterna.
Vi benedico tutti di vero cuore, nel nome della santissima Trinità, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
+ Oscar Cantoni, vescovo della diocesi di Como