Alla fine di settembre – quando le misure di prevenzione del Covid ancora lo permettevano – cinque ragazze del gruppo Legàmi hanno trascorso una settimana a stratto contatto con il vescovo Oscar Cantoni, ospiti in un piccolo appartamento dell’episcopio. Una bella storia che vi riproponiamo oggi attraverso il loro racconto…

Che cosa spinge cinque ragazze a voler passare una settimana a casa del Vescovo?
Si potrebbe immaginare questa idea come il frutto di due desideri che si sono venuti incontro: quello del vescovo Oscar, di essere un pastore più vicino alle sue pecore, e quello di noi giovani, di sperimentare un tempo condiviso, in cui vivere la fede, l’amicizia e la quotidianità come tre dimensioni originarie della vita, e non separate. Tre dimensioni da cui partire per pensare a una vita cristiana rinnovata, che viva la Chiesa a partire dalle relazioni di amicizia profonda, perché impregnata di un amore profondo, quello di Dio.

Ci presentiamo! Noi siamo Annalisa, Miriam, Elena, Francesca e Paola. I nostri cammini si sono incrociati grazie a Legàmi. Cinque giovani di oratori diversi, con percorsi di studio completamente diversi che si sono riconosciute nello stesso desiderio. Delle amicizie che sono nate nella condivisione di esperienze molto importanti, a partire dai “giri” in strada fino al campo in un quartiere disagiato di Trapani, e che sentono il bisogno di condividere ancora di più.

Così, all’invito personale che il vescovo Oscar e i giovani di Casa Legàmi ci hanno fatto per trascorrere una settimana di settembre in un appartamento del vescovado, non potevamo che accettare.

È proprio uno dei giovani di Casa Legámi a parlare adesso, Samuele: «La proposta nasce dalla consapevolezza che i giovani hanno bisogno di dimensioni comunitarie e fraterne. Mentre pare infatti che i legami sociali siano sempre più sfilacciati e liquidi, se si guarda ai giovani con uno sguardo attento si scopre che il loro cuore cerca solidità e comunione. La dimensione fraterna, proprio perché favorisce l’apertura a questa comunione, può risultare davvero centrale per l’approfondimento dei cammini di fede. La vita comune, in particolare, permette ai giovani di trovare uno spazio e delle relazioni vere e profonde grazie alle quali sperimentare questa dimensione fraterna».

Grazie all’esempio e alla testimonianza dei ragazzi di Casa Legàmi, anche in altri del gruppo è affiorato questo desiderio di vita comune, tant’è che da più di un anno tre ragazze hanno iniziato un cammino di vita comune a Montano Lucino. Così anche in noi cinque si è mosso qualcosa e questa proposta che ci è stata rivolta ha preso l’esatta forma del sogno che volevamo realizzare. Infatti la settimana che abbiamo vissuto ci ha permesso di riscoprire attraverso i diversi impegni, tra appuntamenti e orari fissi, la possibilità di vivere in pienezza la nostra quotidianità. Sono stati giorni in cui abbiamo riscoperto l’accoglienza: accolte da “padre Oscar”, abbiamo accolto gli amici che ci hanno voluto accompagnare in questi giorni.

Ci ha sicuramente riempito il cuore l’accoglienza di “padre Oscar”, una persona che abbiamo avuto l’occasione di scoprire in una veste non istituzionale ma quasi familiare. Si percepisce il desiderio in lui di voler accompagnare i giovani con amore, attraverso l’ascolto e la condivisione. Più volte ci ha mostrato la gioia di averci lì, perché «i giovani possono aiutare la Chiesa e la Chiesa può aiutare i giovani». Sicuramente in questi giorni ci ha aiutato molto a fare chiarezza dentro di noi e a riscoprirci come sorelle di una stessa comunità ecclesiale.

Anche l’altra faccia dell’accoglienza è stata centrale in questi giorni: il poter accogliere, la possibilità di dare vita a quel desiderio che spesso abbiamo, di creare situazioni di fraternità in cui poi sorgono le idee e i pensieri più belli e creativi.
Abbiamo scoperto come la quotidianità prende un sapore diverso se vista come momento per l’incontro con l’altro. Senza distaccarci dalle nostre vite personali, ci siamo impegnate a dare valore ai momenti ordinari, cogliendoli nella loro straordinarietà. Oltre a un grande passo per la crescita personale di ciascuna, come lo è ogni scelta responsabile, questa settimana è stata un’opportunità per mettere in gioco la nostra componente più personale, ricordando quanto sia fondamentale per fare fiorire i legami più veri.
Con Legàmi abbiamo scoperto uno stile di vita che ci chiede sempre di più, ma a cui noi stesse chiediamo sempre di più. Quando si scopre la bellezza dei legami poi è difficile farne a meno, accontentarsi. Vivere insieme allora diventa un’occasione stimolante per poter andare a fondo alle relazioni che da tempo coltiviamo.
Crediamo molto in questa esperienza e speriamo che quanti più giovani possano avere la possibilità di viverla.

Annalisa, Elena, Francesca, Miriam e Paola