«Questo è il giorno uno, un punto di ripartenza, una svolta». Si è espresso così il dottor Tommaso Saporito, direttore generale dell’Azienda socio sanitaria territoriale della Valtellina e dell’Alto Lario, nel presentare la somministrazione delle prime dosi di vaccino contro il covid-19 all’ospedale di Sondrio. Nel primo pomeriggio di questa domenica 27 dicembre, giorno individuato per lanciare a livello nazionale la campagna vaccinale contro il virus che ha negativamente segnato l’anno che si sta per concludere, anche nel capoluogo valtellinese sono stati vaccinati in cinquanta tra medici, infermieri e soccorritori, ovvero le categorie che più sono state impegnate nei mesi scorsi per prendersi cura dei pazienti colpiti dal covid-19.
L’ospedale di Sondrio è uno dei quattordici hub individuati da Regione Lombardia per il Vaccine day sul proprio territorio, in tutti i capoluoghi di provincia e in alcuni luoghi simbolo, tra cui l’ospedale di Alzano (BG) e quello di Codogno (LO).

I vaccini sono giunti a Sondrio da Milano nel primo pomeriggio, all’interno di frigoriferi alla temperatura di zero gradi, e subito depositati nella farmacia del presidio ospedaliero e conservati ad una temperatura compresa tra i due e gli otto gradi. Dieci piccoli flaconi in totale, ciascuno contenente cinque dosi, per procedere con le cinquanta vaccinazioni programmate. In pochi giorni, nell’immediata vigilia delle festività natalizie, l’Azienda socio sanitaria, con il coordinamento del direttore sociosanitario Paolo Formigoni, ha messo a punto l’organizzazione: dal reclutamento dei primi cinquanta volontari al coinvolgimento del personale impegnato nel ricevimento dei vaccini e nella loro somministrazione. Un’équipe formata da sette medici, sette infermieri, un farmacista e due operatori sociosanitari ha seguito le cinquanta vaccinazioni accogliendo uno ad uno i prescelti e spiegando loro modalità e comportamenti da adottare subito dopo la somministrazione che non differiscono da quelli che caratterizzano le più comuni vaccinazioni. Tutto si è svolto regolarmente: dalla prima alla cinquantesima vaccinazione sono trascorse circa due ore.

Il primo ad essere vaccinato è stato il dottor Alessandro Innocenti, Il presidente dell’Ordine dei medici

La somministrazione del vaccino nel Poliambulatorio è stata preceduta da un momento inaugurale all’esterno dell’ospedale, tra la portineria e il padiglione sud, alla presenza delle autorità e della stampa. I cinquanta vaccinati sono stati scelti tra i moltissimi, qualche centinaia, che si erano candidati per essere i primi in provincia di Sondrio a testimoniare l’importanza di porre un argine alla pandemia. Il presidente dell’Ordine dei medici, Alessandro Innocenti, è stato il primo ad essere vaccinato, quello dell’Ordine delle professioni infermieristiche, Giuseppe Franzini, il secondo. Subito dopo la dottoressa Patrizia Zucchi, infettivologa, impegnata nei reparti covid-19 dell’Ospedale Morelli di Sondalo sia nella prima che nella seconda ondata. Quindi i dottori Antonio Croce, direttore del Laboratorio di analisi, e Claudio Barbonetti, direttore della Medicina nucleare e Radioterapia oncologica. Poi personale dell’Azienda regionale di emergenza urgenza (Areu) e della Croce Rossa, medici e infermieri dell’Azienda socio sanitaria, altri di medicina generale, pediatri di famiglia, medici delle Unità speciali di continuità assistenziale (Usca) dell’Agenzia di tutela della salute della Montagna.

«Questo è un punto di partenza importante – ha sottolineato il direttore generale Saporito -, ma non possiamo abbassare la guardia: il virus non è ancora stato sconfitto e la prevenzione è ancora uno dei baluardi per evitarne la trasmissione. Il vaccino oggi rappresenta l’unione dell’umanità per non cedere alla pandemia». «Questo 2020 è stato un tunnel – ha fatto eco la direttrice generale dell’Ats della Montagna, Lorella Cecconami, in collegamento a distanza -, ma proprio quando sta per finire intravediamo una luce: dopo questa grande dimostrazione dell’importanza che riveste la ricerca dobbiamo convincere le persone a vaccinarsi».

L’assessore regionale Massimo Sertori ha elogiato gli scienziati capaci di mettere a punto il vaccino in tempi ridotti. «Allo stesso modo – ha aggiunto -, noi dovremo essere bravi a ricostruire, anche se la pandemia non è ancora finita. Dobbiamo ritrovare lo spirito di collettività perché insieme potremo fare grandi cose. Oggi è una giornata importante che ci fa sperare».

Il prefetto di Sondrio, Salvatore Rosario Pasquariello, ha voluto ringraziare tutto il personale sanitario per il grande contributo offerto negli ultimi mesi ed ha assicurato che le istituzioni sono loro accanto. «Non dobbiamo abbassare la guardia – ha aggiunto – e mantenere consapevolezza del fatto che certi comportamenti sono ancora importanti per la tutela della salute di tutti. Come evitare incontri non necessari, soprattutto in quei giorni indicati dalle autorità governative».
Da Pasquariello una parola anche per gli scettici. «Le autorità regolatorie – ha affermato – hanno detto che si può procedere alla vaccinazione con fiducia. Benché questo vaccino sia stato realizzato in tempi più stretti rispetto ad altri, sono stati compiuti tutti i passaggi necessari».

Il Vaccine day è stato il primo momento di una campagna che, in provincia di Sondrio, partirà all’inizio della prossima settimana, coinvolgendo anche gli ospedali di Sondalo e Chiavenna.

ALBERTO GIANOLI