Dopo un’attenta e approfondita fase di studio, sono partiti i lavori per il restauro della Basilica di San Giacomo in Como, resi possibili grazie al generoso lascito di dieci milioni di euro di Gabriella Pizzochero Salvini, architetto e pittrice, nota nel territorio comasco come benefattrice attenta alle bellezze artistiche religiose (ricordiamo il suo sostegno in diversi interventi alla Cattedrale di Como, ai restauri del Santuario della Madonna del Soccorso, alla chiesa di Dosso del Liro e alla chiesa arcipretale di Gravedona).

I lavori si preannunciano lunghi e complessi. Saranno condotti seguendo procedimenti innovativi e con l’attenzione e la cura che la Basilica merita. Si tratta, lo ricordiamo, di una chiesa molto importante, edificata nel cuore del potere civile e politico della città di Como e risalente, probabilmente, alla seconda metà dell’XI secolo.

Il cantiere prevede l’utilizzo delle più avanzate tecniche digitali, mentre le scelte progettuali consentiranno di conservare i materiali originali.

Attraverso specifici trattamenti che ne prolungheranno la vita utile, per esempio, saranno preservate le lastre di pietra che attualmente ricoprono i tetti. Una scelta ottimale anche in chiave ecologica, visto che si eviterà di smaltirle e sostituirle con pietre nuove provenienti da cave lontane.

Sarà implementato, inoltre, un sistema di riscaldamento più efficiente, che ridurrà il consumo energetico, come già sperimentato in altre chiese Italiane.

Saranno infine realizzati una serie di approfondimenti conoscitivi, compresi scavi archeologici nel sottosuolo della Basilica, effettuati di intesa con la Sovrintendenza alle Belle Arti.

Tali scelte metodologiche e progettuali per il restauro della Basilica, avanzate e non invasive, raggiungeranno pienamente i loro obiettivi attraverso una riflessione più ampia sul ruolo che un monumento così significativo potrà avere nel sistema urbano e senza dimenticare gli ulteriori traguardi realizzabili, come l’integrazione dell’offerta culturale, il ritorno dell’investimento nella conservazione, la cooperazione tra gli attori dell’economia locale.

La Basilica, per volontà della benefattrice, sarà anche destinata all’esposizione di opere in funzione del costituendo Museo della Cattedrale. Spesso San Giacomo è stata definita la “sorella maggiore del Duomo”: è questo il ruolo che il restauro vuole restituirle.