Nei giorni scorsi Il Vescovo Oscar ha confermato don Maurizio Mosconi direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale della famiglia e ha nominato i coniugi Alberto Tosato e Michela Vaninetti co-direttori del medesimo Ufficio per le province di Como, Lecco e Varese e i coniugi Riccardo Speziale e Loretta Cerutti co-direttori del medesimo Ufficio per la provincia di Sondrio. Abbiamo rivolto alcune domande ai nuovi nominati (trovate la versione integrale sul Settimanale n. 14-15, potete acquistarne una copia qui)
Con quale spirito avete accolto la chiamata a co-direttori dell’Ufficio famiglia?
«Con sorpresa e gratitudine – rispondono Michela e Alberto Tosato -. Sorpresa perché non ce lo aspettavamo, gratitudine perché qualcuno e Qualcun Altro si sta fidando di noi e di questo non possiamo fare altro che esserne riconoscenti in un grazie che affidiamo a Dio. Lungo il cammino, prima personale e poi di coppia, abbiamo ricevuto molto dall’esperienza vissuta di Chiesa: in parrocchia, in “zona” e poi in diocesi. Forse, ora, è arrivato il tempo di provare a “restituire” un po’ di tutto quel bene ricevuto. Questa “chiamata” arriva proprio in prossimità dei nostri primi dieci anni di matrimonio: anni in cui il Signore ci ha custoditi e accompagnati; anni di salite e di discese; anni di relazioni autentiche cresciute condividendo la Parola e la vita. Oggi ci sembra di cogliere che quel “si”, pronunciato davanti a Dio e alla comunità intera, ci chieda di essere “ripetuto e rinnovato”, facendo spazio alla creatività del soffio dello Spirito, accogliendo con gioia questo servizio nella Chiesa e per la Chiesa. Non nascondiamo di vivere anche un certo senso di timore e preoccupazione. Consapevoli di tanti nostri limiti, ci incamminiamo in punta di piedi, con entusiasmo e disponibilità, con il desiderio grande di provare a vivere e annunciare il Vangelo della vita. Per tutto il resto ci affidiamo alla Sua Misericordia!».
Cosa significa, oggi, “fare” pastorale familiare?
«Proviamo a rispondere alla domanda con una certa emozione – dicono Loretta e Riccardo Speziale – ma anche con la serenità che ci arriva da una frase ascoltata alcuni anni fa, che con il tempo abbiamo fatto nostra, “Dio non chiama le persone capaci ma con la sua grazia rende capaci le persone che ha chiamato”. Ci sentiamo inoltre sostenuti anche dal cammino fatto nella Chiesa che ci ha donato incontri con tante persone speciali e situazioni preziose per la nostra crescita personale, di sposi e di famiglia. “Fare” pastorale familiare oggi ci chiama ad un approccio nuovo ad un mondo complesso e, allo stesso tempo, delicato. Affrontare le tematiche familiari significa guardare le tante facce di una realtà multiforme con occhi nuovi, una questione di sguardo! Uno sguardo innanzitutto di gratitudine per la nostra storia. Una storia che si confronta anche con i nostri limiti, le nostre debolezze e le nostre fragilità. Così la realtà familiare, qualunque sia la situazione, non è da vedere secondo un modello di perfezione. Pensiamo quindi ad una pastorale familiare agganciata al quotidiano, alle ferite ed ai problemi delle persone. Concretamente vuol dire sostenere le famiglie, camminare insieme con gioia ed entusiasmo per cogliere il significato della vita condivisa e l’apertura ad una Grazia che non lascia indietro nessuno. Vuol dire accompagnare, dare tempo e fiducia, ascoltare e non giudicare, non solo concetti ma anche “donare” qualcosa di sé stessi. Vuol dire anche dialogare con gli altri uffici diocesani per una pastorale sempre più integrata e prossima all’intero ciclo della vita familiare. Tutto questo ci chiama ad un cambiamento e a passare dalla dimensione del fare a quella dell’essere, con la fiducia che l’azione pastorale, sia che operi nella dimensione della riflessione e del discernimento, sia che si realizzi con azioni concrete, è sostenuta dalla certezza che il Vangelo abita ed illumina gli spazi imperfetti delle famiglie e che lo Spirito opera attraverso noi».