Abbiategrasso, 29 maggio 2023: uno studente aggredisce in classe la professoressa di Italiano e Storia. È stato questo caso, il più eclatante di tanti episodi verificatisi durante l’ultimo anno scolastico, a riportare al centro del dibattito l’importanza della presenza di un supporto psicologico all’interno delle scuole. Ne abbiamo parlato con la dottoressa Valentina Cecchi, psicologa e psicoterapeuta esperta in psicologia scolastica e clinica, responsabile dello sportello psicologico presso il Liceo Classico e Scientifico Alessandro Volta di Como e dell’Istituto Tecnico Caio Plinio.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha esortato ad una riflessione attenta sull’introduzione dello psicologo nella scuola. Che cosa ne pensa?
«In numerose scuole la figura dello psicologo è in realtà già presente, ma pare ci si accorga della sua importanza solo a drammi già avvenuti. Si tratta di un servizio prezioso, ma poco valorizzato e condizionato da una certa precarietà legata alla mancanza di una continuità temporale».
Come viene utilizzato lo sportello e concretamente quanto può essere efficacie un servizio di questo tipo a scuola?
«Non c’è una prassi trasversale, ma indicazioni generali. I ragazzi minorenni accedono allo sportello previo permesso dei genitori, l’appuntamento è durante l’orario scolastico e si concorda insieme il tempo che serve per poter costruire azioni. Fondamentale è però ricordare che il servizio a scuola non è una presa in carico di psicoterapia, ma un’occasione per definire le difficoltà e le possibilità di superarle. Nel momento in cui si evidenzia una necessità di un supporto per cui la presenza dello sportello non è esaustiva si possono dare indicazioni per una presa in carico esterna».
Il ministro Valditara ha anche fatto presente che, dopo l’esperienza del Covid, gli episodi di bullismo si stanno moltiplicando. Quanto la pandemia ha influito nell’alimentare il disagio?
«La pandemia non è stata tanto la causa di incremento delle difficoltà, quanto il fattore che ha reso evidenti e manifeste alcune problematiche. Le difficoltà si rilevavano però anche prima della pandemia. È in virtù del Covid che ci si è spesi tanto a livello di interviste e pubblicazioni riguardanti la figura dello psicologo e ogni individuo ha vissuto e fatto i conti con una situazione nuova, avendo modo di riflettere maggiormente sulle proprie difficoltà. L’aumento di richieste e accessi è stata una conseguenza».
Quali elementi potrebbero essere utili ad un giovane che affacciandosi sul mondo deve gestire gli imprevisti che ne conseguono?
«Non esistono ricette, bensì possibilità e occasioni di sperimentazione di sé nell’incremento delle proprie competenze ed in questo lo scambio con l’altro, adulto e pari, può essere utile per non trincerarsi nel repertorio del “sono da solo”. La figura dello psicologo a scuola può, in questo senso, guidare i giovani nel loro percorso di acquisizione di competenze volte alla gestione delle criticità».

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