Il salone dell’oratorio di Maccio è riuscito a stento a contenere le tantissime persone che venerdì 31 ottobre hanno partecipato alla cerimonia di accoglienza della reliquia di San Carlo Acutis, richiesta dalla parrocchia nella scorsa primavera. Don Gigi Zuffellato, parroco di Maccio e rettore del Santuario, e alcuni ragazzi che lo hanno accompagnato sono partiti giovedì 30 ottobre nel pomeriggio e hanno percorso gli oltre 500 chilometri che separano Villa Guardia da Assisi in circa sei ore. Poi tutti insieme si sono recati a pregare per la parrocchia e l’oratorio davanti al Crocifisso di San Damiano e infine sono andati in un ufficio della Curia, presso la Chiesa della Spogliazione, dove si trova anche il corpo di San Carlo Acutis e qui hanno firmato il foglio di consegna della reliquia. Si tratta di una reliquia di primo grado, cioè proveniente dal corpo del Santo: nella piccola teca, che è stata inserita in un’icona lignea già presente nella cappellina dell’oratorio, è contenuto un capello del giovane diventato santo il 7 settembre scorso. Esistono tre tipi di reliquie: di prima classe (ad esempio parti del corpo, come ossa o capelli), di seconda classe (oggetti che il santo ha posseduto o toccato, come vestiti o libri) e di terza classe (oggetti che sono stati posti a contatto con una reliquia di prima classe). «Io mi aspettavo una reliquia tessile, quindi di secondo grado – ha raccontato don Gigi  – e invece ho scoperto che ai sacerdoti vengono date quelle di primo grado».
Dopo aver proiettato un breve filmato sulla vita del giovane santo e aver ascoltato le sue riflessioni più importanti, lette dai bambini, sono stati distribuiti ai presenti carta e penna su cui scrivere una preghiera da rivolgere al Signore per intercessione di San Carlo Acutis. Poi sono stati consegnati a tutti una immaginetta del Santo e un lumino e, spente le luci e con la sala rischiarata soltanto da tante piccole fiammelle, tutti i presenti hanno letto insieme una preghiera a San Carlo Acutis. «Con lui abbiamo avuto la dimostrazione che è possibile essere santi anche a quindici anni – ha concluso don Gigi. La santità, infatti, non consiste nell’essere degli eroi, ma nel non escludere Gesù dalla propria vita».
Ora l’icona con la reliquia verrà collocata nella cappellina dell’oratorio di Maccio, accanto alle reliquie ex ossibus di San Giovanni Bosco e di San Domenico Savio, donate da don Adriano Tettamanti, vicario a Maccio per dodici anni, dal 1963 al 1975.

Don Gigi Zuffellato durante il momento di accoglienza